Con una recente presa di posizione l’Assessore Remo Andreolli ha ufficialmente richiesto alla Giunta Provinciale di Trento di respingere il “Piano di sviluppo per l’area di Tremalzo”, predisposto a supporto della 2° Variante al Piano Regolatore Generale del Comune di Tiarno di Sopra, che trova nell’imprenditore Domenico Leali il capofila.
Le Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente e WWF Trentino già da molto tempo insistono per una seria tutela e per una valorizzazione accettabile dell’altopiano di Tremalzo, luogo di straordinario rilievo naturalistico, nonché di particolare fragilità. Le stesse Associazioni hanno tempestivamente formulato parere del tutto negativo sul citato “Progetto Tremalzo”, come incompatibile con le esigenze di conservazione naturalistica della conca ed inoltre assai discutibile anche sotto il profilo delle prospettive economiche della comunità.
La richiesta presentata dall’Assessore Andreolli viene a confermare il buon fondamento dell’azione ambientalista. E’ bene ricordare come critiche, riserve e azioni di difesa di Tremalzo non siano pervenute solamente dalle associazioni, ma si siano palesate anche sul piano locale divenendo occasione per la costituzione di un combattivo e ben documentato Comitato S.O.S. Tremalzo. Inoltre anche vari Consiglieri provinciali hanno più volte evidenziato incongruenze, chiesto chiarimenti ed espresso opposizioni. L’operazione Tremalzo, anche dopo gli aggiustamenti compiuti nel passaggio attraverso il Comitato Provinciale Ambiente, rimane rovinosa sotto l’aspetto ambientale e si presenta esclusivamente come una speculazione immobiliare, che trova le sue vere ragioni nell’acquisizione a prezzo irrisorio di un terreno pubblico in vista dell’edificazione e della vendita di seconde case. Le prospettive reali di un serio e duraturo sviluppo turistico e della nascita di una vitale stazione sciistica sono con ogni evidenza praticamente nulle.
La carenza d’acqua e la natura carsica dell’altopiano rendono inevitabile un forte esborso di denaro pubblico per il rifornimento idrico e pongono le premesse per l’inquinamento delle falde a valle. Il modello turistico prescelto rappresenta un pericolo per il rarissimo e vulnerabile patrimonio botanico e pregiudica ogni futuro tentativo di valorizzarne la presenza con un parco naturale confinante con quello delle Prealpi lombarde. Il favore mostrato verso questa operazione pone in essere un pericoloso precedente, in considerazione di tante analoghe spinte speculative diffuse sul nostro territorio provinciale. Per questi motivi le scriventi Associazione esprimono vivo apprezzamento per la richiesta dell’Assessore Andreolli e chiedono a loro volta che l’operazione Tremalzo non trovi l’autorizzazione della Giunta Provinciale di Trento.
Trento, 10 gennaio 2007
Aggiornato il 8 giugno 2007