Il problema di fondo
Fin dal suo primo annuncio, il progetto Metroland ha sollevato numerosi interrogativi, a partire dalla fattibilità economica, tecnica e geologica, fino all’accettabilità psicologica di un sistema di trasporto rapido esteso in galleria per 170 km su 200. Interrogativi rimasti finora senza adeguata risposta.
Tuttavia, la prima domanda che si dovrebbe avanzare è più semplice: a cosa serve Metroland, qual è il suo ruolo nella mobilità provinciale? Se si considera la domanda di trasporto interna (prescindendo quindi dai flussi turistici) si possono ipotizzare due scenari alternativi.
Nel primo scenario, Metroland potrebbe essere un’infrastruttura chiamata ad assorbire l’attuale domanda di trasporto tra Trento e le valli. Tuttavia, appare subito evidente la scarsa corrispondenza tra la struttura della domanda di trasporto e l’articolazione di Metroland. Infatti, come ha certificato lo studio TPS, gli spostamenti che hanno le valli come origine e Trento come destinazione (e viceversa) sono solo una quota trascurabile della domanda di mobilità valliva, del tutto insufficiente a giustificare un sistema di trasporto rapido di massa come Metroland1 e a sostenerne (neppure parzialmente) i costi di realizzazione e di gestione. Si tratta quindi di un’ipotesi che può essere immediatamente abbandonata.
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