Parere sintetico sul terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti

 

Premessa
In merito alla proposta di Terzo Aggiornamento del Piano Provinciale di Smaltimento dei Rifiuti la sezione trentina di Italia Nostra onlus intende sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni di metodo e di contenuto.
Sulla necessità di aggiornare il Piano in vigore – approvato nel 2002 – c’eravamo già espressi più di un anno fa. Prima di definire gli obiettivi, le linee strategiche e le azioni da intraprendere per una corretta politica di gestione dei rifiuti avevamo chiesto che fosse elaborata un’analisi completa, approfondita, obiettiva e partecipata della questione.

Tutto questo non è avvenuto. La stesura del nuovo aggiornamento è stata compiuta senza alcun confronto preventivo con le associazioni ambientaliste, con i comitati, con gli enti locali. Le amministrazioni comunali, in particolare, nonostante il Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinanti (DPGP, 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl, art. 72) affidi loro l’obbligo di provvedere “alle fasi del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani inerenti il trattamento e lo smaltimento, ivi comprese la realizzazione e la gestione degli impianti necessari” sono state di fatto escluse dalla definizione della pianificazione provinciale.
Nell’incontro di San Michele all’Adige (21 novembre 2005), infatti, ai sindaci intervenuti è stato presentato un “pacchetto” già ben confezionato, senza possibilità di proporre sostanziali modifiche o di rivedere la “filosofia” e l’impostazione del nuovo aggiornamento, che rimane incentrato sulla soluzione finale di termodistruzione, con la costruzione dell’impianto a Ischia Podetti. Chiunque abbia osato criticare questa scelta è stato sempre con durezza zittito! La decisione di prevedere quest’unica soluzione finale è evidente dalla lettura degli elaborati e viene, del resto, molto chiaramente ribadita nelle conclusioni della relazione di incidenza ambientale: “l’aggiornamento non mette in discussione le scelte intraprese durante le precedenti pianificazioni, confermando in particolare le soluzioni impiantistiche già adottate…” (allegato 4, pag. 57).

Considerazioni critiche

Di seguito evidenziamo alcuni elementi contraddittori presenti nel piano. La riduzione della quantità di rifiuti prevista nell’aggiornamento, pari circa allo 0,45% annuo (da qui al 2011), è assolutamente non corrispondente alle effettive possibilità e all’attuale “spontanea” tendenza che si aggira attorno al 2%. Appare ridicolo e fuorviante il traguardo fissato nel piano di ridurre la quantità del residuo del 20% circa entro il 2010 basandosi sui valori del 2000 (Piano strategico ambientale, p. 10). E’ ovvio che le previsioni debbano basarsi sui dati attuali, in quanto la situazione di sei anni fa era – in Trentino – radicalmente diversa. Parimenti il traguardo da raggiungere entro il 2009 nella raccolta differenziata del 65% è ampiamente sottostimato.

Sulla base di esperienze consolidate in nord Italia, in Europa, in Australia, in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti d’America, in considerazione dei brillanti risultati raggiunti in vari comuni e comprensori trentini (tra l’altro in modo volontaristico e nonostante la carenza di chiari ed univoci indirizzi provinciali), la percentuale di RD prevista potrà sicuramente raggiungere almeno la quota del 75%. Ci troviamo di fronte, quindi, ad un Piano poco coraggioso, ma soprattutto poco obiettivo; un elaborato di proposte contorte e contraddittorie che si rivela, ad un’analisi appena attenta, un piano teso a giustificare la soluzione finale dell’incenerimento ed a procurare il combustibile necessario. Un piano che non prevede neppure il superamento dell’attuale situazione frammentaria (18 enti gestori) con la creazione di un unico consorzio e sistema provinciale.

Esaminando altri capitoli, non si trova nel Piano un’adeguata considerazione sulle emissioni dei gas serra, responsabili del surriscaldamento del pianeta (causa evidente nella regione alpina del ritiro dei ghiacciai e nelle regioni del sud della desertificazione), in particolare della CO2. E’ chiaro che in una corretta gestione sostenibile si dovrebbe tendere ad un bilancio negativo dei gas serra, anche per un doveroso rispetto degli accordi internazionali. Nel campo del compostaggio inoltre, volendo ripartire, per motivi di consenso politico, gli impianti nella Provincia, si rischia un ennesimo insuccesso dopo i ridicoli esperimenti di Ischia Podetti e di Levico.
E’ evidente che oltre alla necessità d’incentivare le forme di compostaggio domestico, soprattutto nelle valli, si dovrà individuare impianti di compostaggio seri, con caratteristiche tecniche tali da assicurare la qualità della vita dei territori limitrofi. Inoltre, la mancanza di confronto tra soluzioni alternative per lo smaltimento finale, presupposto fondamentale e irrinunciabile per qualsiasi pianificazione, rende questa proposta d’aggiornamento assolutamente inaccettabile sotto questo aspetto, mentre si ritiene che gli altri capitoli precedenti debbano essere radicalmente rivisti sulla base delle osservazioni sopra esposte.

Infine non si trova nell’aggiornamento alcuna seria verifica sotto il profilo economico dell’impianto di termodistruzione, in previsione di una notevole riduzione del quantitativo da incenerire e della probabile abolizione degli incentivi all’incenerimento. Del tutto assente anche uno studio sui rischi sanitari connessi al funzionamento dell’impianto proposto.

Conclusioni

La sezione trentina di Italia Nostra esprime un parere generale fortemente critico alla proposta di Terzo Aggiornamento e chiede alla Giunta provinciale di stralciare dal piano i capitoli relativi allo smaltimento finale, in modo da porre a confronto tutte le soluzioni possibili, e di rivedere radicalmente le previsioni di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata.

Trento, 23 giugno 2006

Per la sezione trentina di Italia Nostra onlus
Il Presidente
Ing. Paolo Mayr

 Aggiornato il 8 ottobre 2006