Osservazioni in merito all’alienazione di territorio comunale (delibera del consiglio comunale n. 23 del 1 agosto 2005) e alla variante al piano regolatore generale del comune di Tiarno di Sopra (delibera n. 24 del 1 agosto 2005) ai sensi art.40 della L.P. 22/91
Egr. Signor Vito Oliari
Sindaco del Comune di Tiarno di Sopra
Egregi Signori consiglieri comunali
Sorprende che esista ancora un comune in Trentino che proponga uno sviluppo della propria comunità basato su modelli di “consumo del territorio” ormai superati e in molti casi rivelatisi anche dannosi.
La zona interessata dalla variante presenta caratteristiche ambientali eccezionali, tanto da ricadere in un SIC (Sito di Importanza Comunitaria) previsto dalla direttiva Habitat della rete europea “Natura 2000” ed essere contigua al Parco Naturale dell’Alto Garda della Regione Lombardia e ad un’area del territorio trentino che il PUP considera meritoria di essere tutelata ed organizzata a Parco (Parco del Cadria).
La conca di Tremalzo rappresenterebbe, quindi, l’anello di congiunzione tra Parco trentino e Parco lombardo, con tutte le conseguenti possibilità di vera promozione dell’area – anche economica – conservando le connotazioni ambientali ed eventualmente risanando le strutture fatiscenti di precedenti iniziative di “valorizzazione”, che si sono trasformate in “ferri vecchi”.
Dall’analisi del “progetto di sviluppo di Tremalzo”, alla base della presente variante, emerge chiaramente come si sia di fronte all’ennesima operazione di carattere immobiliare destinata:
1. ad espellere le tradizionali attività agricole e pastorali, da sempre importanti componenti dell’economia del comune di Tiarno di Sopra;
2. a “svendere” un patrimonio comunitario (uso civico), di ben 41.295 mq, con una inadeguata compensazione di ricaduta economica, secondo modelli già disastrosamente sperimentati in passato in altri comuni della Provincia di Trento.
Tale “svendita” può far intravvedere responsabilità di ordine contabile e penale per quegli amministratori che si rendessero responsabili dell’operazione. Motiviamo queste considerazioni, in base a precedenti esperienze, dove simili operazioni hanno portato in tempi rapidi a trasformare le strutture ricettive in residence e seconde case (Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza, Lavarone, ecc…), senza quindi ricadute in termini occupazionali e senza apportare benefici alle comunità locali. Accanto all’enorme sacrificio patrimoniale e agli ingenti costi per le infrastrutture di servizio a carico del Comune e degli altri Enti pubblici, che saranno chiamati a contribuire alla realizzazione del progetto, va segnalato, come ulteriore conseguenza negativa, lo spostamento del bestiame in una nuova malga ancora da costruire ad una quota inferiore rispetto a quella attualmente in funzione, che si propone di trasformare in ristorante.
Ciò può comportare problemi legati allo smaltimento delle deiezioni bovine e alla mancata concimazione naturale dei prati a monte. Appare, inoltre, ridicolo, a nostro parere, che il bestiame venga “cacciato” dalla sua sede storica e funzionale, riconvertendo la casera in “museo della malga”! Il carattere meramente speculativo-immobiliare dell’operazione si manifesta osservando il rapporto tra le previsioni del numero di sciatori e l’abnorme aumento delle volumetrie edilizie, che oltre all’ampliamento e talvolta al raddoppio (si veda il caso dell’ex Hotel Tremalzo) delle strutture esistenti, prevede nuovi fabbricati con un’aggiunta di volumetria di almeno mc. 60.500. La netta subordinazione ad interessi privati è evidente sia nella proposta di spostamento – con ulteriore consumo di porzioni considerevoli di bosco – della strada provinciale, sia nella previsione di far fronte ai fabbisogni termici invernali dei nuovi complessi con una centrale di teleriscaldamento alimentata dagli scarti lignei della Val di Ledro. In conclusione, per le considerazioni sinteticamente sopra illustrate, la sezione trentina di Italia Nostra onlus ritiene la variante al PRG lesiva degli interessi collettivi non solo locali, per cui propone lo stralcio completo di quanto deliberato.
Il Presidente della sezione trentina di Italia Nostra onlus
Ing. Paolo Mayr
Aggiornato il 25 ottobre 2005